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Relativismo no grazie

La dichiarazione universale dei diritti dell’uomo approvata quasi sessant’anni fa (il 10 dicembre 1948) non è l’unica e alla fine non è nemmeno tanto universale. D’altronde, in nome di quel relativismo che alla fine finisce nel concreto per negare quegli stessi valori (di libertà, eguaglianza e fratellanza) che in teoria vorrebbe proclamare, tanti hanno criticato la sua impronta troppo occidentale, o troppo condizionata dalla tradizione giudaico-cristiana.

E così, sono venute fuori altre dichiarazioni dei diritti dell’uomo, tra cui la dichiarazione dei diritti dell’uomo nell’Islam, approvata al Cairo nel 1990, che si può leggere integralmente a questo link.

La lettura è interessante, soprattutto per le donne. La dichiarazione del Cairo riconosce, come quella universale, i diritti fondamentali degli individui, e sembra molto più avanzata rispetto alla situazione concreta dei diritti civili in gran parte dei paesi islamici, ma alcuni punti lasciano un po’ perplessi.
Per esempio l’art. 17, dove si dice che:

Ognuno deve avere il diritto di vivere in un ambiente pulito, libero da vizio e corruzione morale (testo originale: away from vice and moral corruption).

Non male anche l’art. 22, sul diritto d’espressione, libero ma in conformità ai principi della Shari’ah. Anche perché, come chiarisce la norma:

L’informazione è una vitale necessità della società. Non dovrebbe essere sviluppata o usata male in modo da violare la santità e la dignità del Profeta, diminuire i Valori morali ed etici oppure disintegrare, corrompere o rovinare la società o indebolire la sua fede.

Insomma, liberi ma non troppo.
Ma veniamo al genere femminile, di cui pure vengono sanciti il diritto al lavoro e all’educazione dei figli. Per la dichiarazione del Cairo

La donna è pari all’uomo nella dignità umana, ed ha i propri diritti di realizzarsi così come i propri doveri di comportamento, e ha la propria soggettività giuridica e indipendenza economica, e il proprio diritto di mantenere il proprio nome e la propria linea famigliare.
Il marito è responsabile per il mantenimento e il benessere della famiglia.

Insomma, chi comanda s’è capito, ed è curioso poi che la regola diritti / doveri valga per la donna, ma non per l’uomo.
E’ vero, sarebbe già tanto se tutti i paesi di religione islamica (e non solo) rispettassero i principi della dichiarazione del Cairo.

Ma io continuo a preferire la nostra dichiarazione occidentalista; e pazienza per il vizio e la corruzione morale che mi circondano. Me ne farò una ragione.