Federalismo fiscale, autonomie locali, devolution. Stiamo parlando delle cose sbagliate. La vera questione che dovrebbe essere al centro del dibattito politico dovrebbe essere il diritto all’autogoverno. Forse non ne siamo abbastanza consapevoli, ma il principio dell’autogoverno è già presente, sotterraneo come un fiume carsico, in molte discussione di politica (apparentemente) locale.
Basta citare alcuni nomi di luoghi, per capire di cosa intendo parlare: Val di Susa, Ampugnano, Chiaiano, Vicenza.
Quest’ultima è forse la questione più emblematica, da quando la decisione del Comune di Vicenza di svolgere un referendum popolare sulla nuova base americana all’aeroporto Dal Molin è stata sospesa dal Consiglio di Stato con un’incredibile ordinanza che esorbitando evidentemente dai poteri dell’organo di giustizia amministrativa è entrata nel merito del quesito, impedendo ai cittadini di Vicenza di dire il proprio parere in maniera ufficiale.
La reazione della città è stata però ancor più significativa, perché la consultazione spontanea organizzata in poche ore dai contrari alla nuova base ha avuto una partecipazione mai vista prima per un referendum auto-organizzato, dimostrando così che la città di Vicenza reclamava il diritto di decidere per sé stessa.
Una parte importante dei cittadini di Vicenza ha così rivendicato il proprio diritto all’autogoverno, nel clamoroso silenzio di quella forza politica (la Lega Nord) che a parole difende gli stessi principi ma che in questa vicenda ha invece appoggiato il centralismo più assolutista e accentratore.
L’aspetto più interessante è però proprio la rivendicazione del diritto all’autogoverno delle comunità locali, in opposizione all’identificazione della sovranità popolare solo con il livello di governo statuale.
Vicenza è solo una delle comunità locali che chiede di decidere liberamente e in piena autonomia dello sviluppo economico, sociale e culturale del proprio territorio, chiedendo il rispetto di un diritto che è stato riconosciuto anche a livello internazionale dalla Carta Europea dell’Autogoverno locale, approvata a Strasburgo il 15.10.1985.
Il diritto all’autogoverno consiste nel diritto di ogni comunità locale ad avere l’ultima parola sulle decisioni che riguardano in primo luogo il suo territorio e i suoi componenti, ed a poterla esprimere nella maniera più democratica, senza imposizioni dall’alto.
Si tratta di un diritto che può ricostruirsi come una sorta di sintesi tra il principio anglosassone del no taxation without representation e il diritto di autodeterminazione dei popoli sancito dall’art. 1 del Patto internazionale dei diritti civili e politici del 1966, il quale prevede che i popoli hanno diritto di decidere liberamente del loro statuto politico e di perseguire liberamente il loro sviluppo economico, sociale e culturale.
Il diritto all’autogoverno locale, inteso nel senso più ampio, è affine anche al principio del self-government di cui si parlava già nel XIX secolo negli Stati Uniti, e che venne definito come
great principle of popular sovereignity, which guaranties to each State and Territory the right to do as it pleases on all things, local and domestic, instead of Congress interfering
Lo stesso principio, del resto, non è affatto sconosciuto alla nostra storia giuridica e politica. Tutt’altro: le radici del diritto all’autogoverno le troviamo già nel nostro medioevo, in quelle teorie giuridiche che nel Medioevo diedero dignità teorica alle libertà comunali, e tra tutte il pensiero di Bartolo da Sassoferrato, che già nel XIV secolo scrisse del concetto di jurisdictio come diritto di ogni comunità a darsi delle leggi.
Purtroppo, in seguito, la storia d’Italia vide trionfare principi del tutto opposti: l’attuale organismo statuale si è di fatto evoluto da una monarchia assoluta e centralista, e nonostante le varie vicissitudini storiche che comunque lo hanno democratizzato, ha purtroppo conservato una linea di continuità che rimane quella di uno Stato in cui il potere è accentrato a livello nazionale.
Forse adesso, però, i tempi sono maturi per tornare a rivendicare il diritto di ogni comunità locale a decidere per sé stessa e per il proprio territorio, riprendendo il filo interrotto dai troppi assolutismi che hanno contraddistinto la storia d’Italia. Jurisdisctio, self-government, autogoverno, sono parole di cui dobbiamo (ricominciare a) parlare.